“Sbagliando si impara!” Gli errori più comuni dei marketers su Meta
Se da una parte usare Meta può sembrare semplice, grazie alle sue interfacce didascaliche e sezioni user-friendly, dall’altra parte è molto comune trovare marketers alle prime armi commettere passi falsi molto banali.
In questo articolo verranno spiegati gli errori più comuni in cui si può incappare mentre si adopera la piattaforma business di Zuckerberg e cosa invece si dovrebbe fare per evitarli.
La qualità batte la quantità
Se si è agli inizi dell’avventura nel mondo delle sponsorizzate può capitare di cadere nella trappola della “frammentazione eccessiva”. Viene spontaneo agli inizi pensare di voler raggiungere tanti segmenti di clientela, soprattutto se si è freschi di studi sui funnel.
I segmenti indispensabili per fare crescere il business e far conoscere il prodotto sono solo due: quello del TOFU (clienti che non conoscono il prodotto/brand) e quello dell’after purchase, cioè persone che sono già entrate in contatto con l’azienda e che è giunto il momento di ricontattare (remarketing).
“Prova, prova…funziona?”
Un altro passo del “manuale del buon marketer” riguarda il testing. Tante volte, per la troppa fretta o troppa sicurezza, questa fase viene saltata. Facendo un paragone esemplificativo, sarebbe come mandare in campo una squadra senza aver fatto mai un allenamento.
Questo fattore poi è strettamente correlato al budget e ai segmenti di clientela, per ciò, per evitare situazioni rischiose (come esaurire i fondi per la campagna prima del previsto), bisogna concentrare le poche risorse a disposizione per testare direttamente la campagna principale, senza dividere il budget in altre piccole futili campagne.
Se però si ha a disposizione un budget considerevole, il testing diversificato è quasi una prerogativa. Date le ingenti somme, non ci si può permettere passi falsi. Creatività, copy, formati e target sono gli elementi dell’equazione che vanno continuamente sostituiti tra di loro per ottenere il risultato migliore.
Contenuti adattabili come l’acqua
Quando si diversificano i canali promozionali, c’è il rischio che il contenuto commerciale non venga visualizzato bene per mancanza del formato giusto.
Ogni qualvolta si effettua una sponsorizzata bisogna fornire alla piattaforma, in questo caso Meta, tutte le dimensioni necessarie alla perfetta riuscita della campagna: 1:1 (per i feed), 9:16 (stories e reels), 1.91:1 (altri posizionamenti).
Per l’ultimo formato vige una regola non scritta, ovvero che sarebbe meglio utilizzare solo contenuti testuali ad alto impatto visivo e non contenuti grafici/testuali piccoli, onde evitare problemi di lettura nel caso Facebook inserisca la campagna in spazi promozionali contenuti.
La logica dei Pixel e delle API su Meta
Bisogna dire “basta!” ai codici Pixel inseriti in ogni pagina del sito senza un motivo fondato.
È importante che tutti i tool siano implementati nel posto giusto e che si attivino al momento giusto.
Inoltre è rischioso utilizzare solo Pixel, poiché i costanti aggiornamenti software dei vari device possono creare bug e discrepanze tra i codici installati nel sito. Per questo è meglio affiancargli delle Conversion API, una tecnologia che permette l’invio diretto al server di Meta delle attività che gli utenti compiono sul sito web.
Questo apporterà tre benefici: migliorerà la qualità delle informazioni inviate a Meta, ottimizzerà le campagne pubblicitarie e ridurrà la CPA.
Focalizzarsi sui clienti
Per anni si è sempre parlato della grande differenza di segmenti tra le varie piattaforme digitali (Facebook, Instagram…). In parte è vero, ogni social ha i propri utenti con scopi e utilizzi diversi.
Ma tante volte si esagera nel pensare che qualche trucchetto tecnico cambierà le sorti di una campagna promozionale. Gli utenti vedono l’annuncio per quello che è, non pensano a tutto il lavoro che sta dietro.
La maggior parte delle energie deve essere usato per trovare la giusta combinazione di creatività, copy, format e target. In un secondo momento si potrà pensare all’adattamento della campagna alle varie piattaforme. Che sia Facebook o su Tiktok c’entra il giusto, una grande campagna riecheggia ovunque se fatta bene!
L’unica conclusione possibile è…
Contattare i Kooders per avere performance sempre al top e zero imprevisti.